
Queste forme rituali appaiono cariche di significato, benché sfuggano alla nostra indagine le concezioni filosofiche o religiose che sono allo loro base e i possibili riti connessi alle inumazioni stesse.
La ricostruzione allestita in museo propone una delle tante situazioni che, idealmente, possono essere state vissute da una comunità paleolitica neanderthaliana insediata nel nostro territorio, durante una delle stagioni climatiche più fredde conosciute dall’umanità.
All’interno di una grotticella gessosa nei presi di Monte Croara un anziano guaritore con colorate piume, intrise di medicamento e simbolo del benessere, ruotano ripetutamente intorno alle tenere membra di una infante gravemente ferita da un carnivoro, nel disperato tentativo di propiziare la guarigione.
Nel deposito Cave IECME (loc.Croara – S. Lazzaro di Savena) resti di fauna a bisonte, megagero associati a numerosi strumenti litici afferenti alle fasi finali del Paleolitico Medio documentano la presenza di comunità tardo-neanderthaliane datate con il C.14 a 42.000 anni da oggi.
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