L’ager bononiensis si estendeva a est fino al fiume Idice ed era stato diviso e assegnato ai coloni centro-italici subito dopo la fondazione della colonia. In quest’area è documentato un popolamento sparso e diffuso, fondato su un’economia agricola, che doveva aver goduto di un certo livello di benessere specialmente nei primi due secoli dell’Impero (fine I a.C.- metà II d.C.)
Varie erano le tipologie architettoniche: si potevano avere edifici complessi caratterizzati da una parte residenziale (pars urbana) con apprestamenti di pregio e da un settore dedicato agli impianti e alle attività agricole (pars rustica). Oppure si avevano aziende agricole organizzate intorno a una corte chiusa, oppure ancora, assai frequentemente, piccole e medie fattorie più modeste nella planimetria e nell’uso dei materiali da costruzione.
Spesso le fondamenta erano realizzate con laterizi, mentre per la costruzione degli elevati si sceglievano materiali deperibili, come il legno e l’argilla. Ogni edificio doveva avere un pozzo nelle immediate vicinanze per soddisfare il fabbisogno di acqua potabile.
La conduzione dei fondi agricoli era affidata ai coloni che vi abitavano: alla coltivazione dei cereali e della vite si accompagnavano le attività di trasformazione alimentare e di produzione artigianale collaterale, necessarie in un’economia improntata a una sostanziale autosufficienza.
[nell'immagine: ricostruzione ipotetica di fattoria romana]