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panoramica slide

carta viaggiatoreInizialmente la strada correva su argini sopraelevati per agevolare il cammino a piedi o a cavallo e i trasporti su ruota in un territorio ancora in buona parte coperto di macchie boschive, specchi palustri e zone acquitrinose.
Il superamento dei corsi d’acqua era assicurato da ponti in muratura, talora veramente monumentali come quello di Tiberio a Rimini a cinque arcate, iniziato da Augusto e considerato punto di arrivo della Flaminia e di partenza dell’Aemilia.
'Stationes' e 'mansiones', antenate delle moderne stazioni di posta e locande, costeggiavano la strada al servizio del viaggiatore per la sosta e il cambio dei cavalli.
La lunghezza del percorso e le distanze fra tappe erano fornite dai miliari in pietra posti a ogni miglio (=1476 metri ) e recanti spesso anche il nome dell’autorità responsabile della manutenzione o del restauro. Per la via Emilia si conoscono una trentina di miliari.
Le carreggiate extraurbane erano costituite generalmente da una massicciata di ghiaie e ciottoli fluviali (viae glarea stratae). I tratti in attraversamento dei centri cittadini avevano lastricature in basoli lapidei (viae silice stratae) o acciottolati, con marciapiedi o gradini di delimitazione.
In uscita dalle città i due lati della strada erano fiancheggiati da monumenti sepolcrali destinati a perpetuare il ricordo degli abitanti.
Questa strada consolare costituì anche un'ottima via di comunicazione per la distribuzione dei prodotti in tutto l'impero, come confermano anche i resti di numerose villae rustiche dislocate nelle aree limitrofe e dotate, nella maggior parte dei casi, di pozzi per l'acqua e impianti per la macinazione dei cereali.