Sino a pochi decenni si collocava l’origine di San Lazzaro di Savena intorno all’XI secolo, quando per la prima volta viene citata dalle fonti una località dal nome Ronco Maruni. Ancora alla fine del XIII secolo, al tempo della fondazione del Lebbrosario, fuori della cerchia urbana di Bologna, questo lembo di campagna era probabilmente pochissimo abitato. In realtà gli scavi praticati durante la ristrutturazione del Palazzo Comunale già in passato avevano rivelato che in prossimità dell’area dell’attuale capoluogo esistevano insediamenti di epoca romana e, precedentemente, piccoli agglomerati di capanne della prima età del Ferro.
L’esplorazione del pozzo romano di via Caselle, a poche decine di metri dal municipio, ha confermato l’esistenza di un nucleo abitato, prospiciente la via Emilia e più o meno coincidente con il centro odierno. Si tratta di una testimonianza di quella rete rurale imperniata su piccole fattorie e ville rustiche che caratterizzava la pianura bolognese. Vista la stretta contiguità con due elementi di viabilità - la grande strada consolare che ha dato il nome all'intera regione, e via Caselle, sin dalla preistoria attivo asse di penetrazione verso l’alta pianura - è possibile che il complesso al quale apparteneva il pozzo abbia svolto funzioni di stazione di posta e di accoglienza dei viaggiatori.
Questa scoperta ha stimolato la costruzione di una mappa della demografia romana del territorio che collegasse fra loro vecchi ritrovamenti e nuove segnalazioni: è stata così messa a sistema una serie di informazioni e di dati, raccolti nel tempo e in svariate circostanze, che hanno consentito di cominciare a fissare i lineamenti generali del popolamento locale e di portare ad oltre una settantina i punti insediati nell'arco di tempo compreso fra il periodo tardo-repubblicano e l’età tardo-antica.
- Il pozzo di via Caselle: un frammento di vita romana
- L'aureus di Colunga: una rarissima moneta finita al British Museum di Londa
- Il tesoretto della Cicogna: un nascondiglio dimenticato
- Il sito di Villa Gardi/LUCMAR: le prime fasi della colonizzazione romana
- La villa rustica di Roncadello: un allevamento di ghiri
- L'impianto di via Montebello: un doliarium ancora in posto
- Alle falde della Croara: i siti di Villa Acquabona e Ca' Rossa
- Idice fra passato e presente: una stazione di posta romana
- Quotidianità dell'acqua: strutture a san Lazzaro
- Una realtà agiata: i siti di Sant'Andrea e della Siberia
Puoi consultare anche il Pieghevole oppure la Guida breve dedicata al pozzo romano di via Caselle
L'illustrazione di Mauro Cutrona ripropone uno scorcio della via Emilia, già trafficata sin dall'antichità, e l'incrocio
con via Caselle, dove in alto si scorge l'impianto rustico di cui il pozzo faceva parte